La cultura della fretta

Così come l’ha definita Zygmunt Bauman nel suo libro Modernità Liquida

Un libro che contiene una serie di punti di vista e osservazioni che risultano sempre più vive e attuali, acuite come sono anche da tutto ciò che la pandemia di nuovo ha portato nei nostri ecosistemi.

Sempre di più sono gli impulsi che riceviamo nelle nostre giornate che ci spingono a eseguire, quasi anestetizzati, a mettere check ovunque senza spesso capire perché.

Ci manca l’energia per capire se tutto questo che ci accade è vero, reale e quindi di conseguenza anche sostenibile e sano. Ci mancano questi punti interrogativi e viene così snaturata l’esistenza.

Ci si sente indispensabili così come “smaltibili”, figure usa e getta committate (usate?) per produrre cose e/o performance. Settimane lavorative piene, sempre uguali, e i social network finiscono con l’intasare ancora di più lo scarico delle giornate. Oggi per molti è impossibile sviluppare un attaccamento al lavoro e instaurare rapporti duraturi con i colleghi, che potrebbero invece liberare le tubature emozionali.

Ma “per evitare frustrazioni, si tende a escludere qualsiasi sentimento di fedeltà al proprio impiego o a legare i propri obiettivi di vita al futuro del posto in cui lavorano”, spiegava Bauman.

E si finisce con l’isolarsi ancora di più, vivendo con l’insensatezza fin dentro le ossa.

Il lavoro si è fatto liquido perché è diventato incontrollabile e inesorabile, un flusso perenne che impedisce la quiete e il respiro. Cominciare col dirselo, col vederlo, è un modo per accorgersi di quanto tutto questo sia inaccettabile e disumano.

LESSON LEARNED

Occorre trovare la lucidità necessaria per ri-metterci al centro, ritornare a noi stessi, riprendere il controllo, farci guidare dal nostro equilibrio consapevole che ci consente di ritrovare i nostri punti di domanda e le giuste risposte, le nostre risposte non quelle che il mondo vorrebbe fossero.

Le citazioni sono tratte dal libro di Zygmunt Bauman Modernità Liquida che consigliamo vivamente!